Al Concorso Expression una giuria internazionale in cerca di talenti - Expression International Dance Competition

Al Concorso Expression una giuria internazionale in cerca di talenti

Dietro le quinte della sedicesima edizione del Concorso Expression e della prima edizione di Expression Grand Prix, eventi di spicco di Danzainfiera, si percepiva un brusio che viaggiava sul filo della tensione, l’adrenalina che scorreva a fiumi, tra affiatamento, voglia di emergere e sana competizione. Sui palchi estremo silenzio e rigore in un momento che per chi danza dura ore ma che in realtà dura qualche minuto; dall’altra parte del palco un lungo tavolo che ospitava chi ha il compito più arduo: guardare con estrema attenzione e dare un voto equo e giusto all’arte che mettono in scena piccoli e grandi danzatori.

I componenti della giuria, ognuno con la sua professionalità e sensibilità, hanno valutato i partecipanti per trovare le diverse pieghe del talento, le specificità e le qualità che ogni componente voleva riportare nelle proprie sedi e compagnie.

Richard D’Alton, insegnante dell’Ent’Artes Escola de Dança in Portogallo, ci ha confidato ad esempio come per lui sia importante riconoscere potenzialità, originalità e mimica potente perché a suo avviso la tecnica deve essere al servizio dell’espressione coreografica e questo significa per lui essere un’artista.

Daniel Agesilas, ex direttore degli studi coreografici al Conservatorio Nazionale Superiore di danza di Parigi, che ha premiato i ragazzi con la partecipazione allo Stage International Danse Angers in Francia, ha riscontrato invece come ogni ragazzo venisse da un differente background tecnico e come sia riuscito a trasmettere emozioni danzando. Ha visto inoltre nei ragazzi un alto livello qualitativo anche rispetto ad altri concorsi che dirige in Connecticut, a New York e a Praga.

Georgina Rigola Peña, giurata del concorso già da diverse edizioni, ci racconta che negli anni ha visto nei partecipanti continui progressi e ha confermato, in linea con i suoi colleghi, che quest’anno c’era un livello molto alto.

Georgina perché anche quest’anno ha deciso di partecipare come giurata? “Innazitutto per l’organizzazione che per me è sempre perfetta, poi essere qui è davvero importante perché proprio in occasioni come queste cerco ragazzi che abbiano un’espressione che segue in ogni momento la coreografia e perché visiono nuovi danzatori che possano poi far parte della compagnia che dirigo a Barcellona”.

A Morten Innstrand e Lotte Sigh, coreografi e direttori artistici della Copenhagen Contemporary Dance School, “piace la danza nella sua espressione fisica perché crea bellezza”. Ad entrambi sono piaciuti i partecipanti che sono riusciti a presentare, con una buona o un’ottima tecnica, una coreografia che fosse anche in grado di comunicare e suscitare emozioni.

Massimo Gerardi, ballerino, coreografo e docente della Sead – Salzburg Experimental Academy of Dance, che ha visionato i ragazzi per assegnare borse di studio per lezioni intensive nell’ accademia con sede in Austria, ci ha confidato che per Sead è importante cercare nei ragazzi, che possano poi partecipare anche al loro programma annuale, malleabilità, duttilità, morbidezza, fluidità e particolarità nella presenza scenica. Per l’accademia in cui insegna e che rappresenta il suo scopo era trovare danzatori in grado di far emergere una propria cifra stilistica e una certa individualità nella presenza scenica.

Andy Lemond, danzatore e coreografo canadese, è stato ospite del concorso per la prima volta e ci confida con grande entusiasmo che ha trovato un alto livello soprattutto nei ballerini maschi e un buon livello sia nell’hip hop che nel contemporaneo: “ho visto in loro molto talento e per questo ho voluto dargli la possibilità di partecipare allo stage internazionale che organizzo da anni a Stoccarda”.

A tutti i giurati dell’Expression Grand Prix, sezione del Concorso dedicata ai migliori vincitori delle precedenti edizioni, abbiamo fatto invece solo due domande: secondo quali parametri avete giudicato i ragazzi? Quali le doti che deve avere secondo voi il danzatore del domani?

Kathryn Bradney, direttrice del famosissimo Prix de Lausanne, ci ha raccontato come nei danzatori cerchi “potenziale, espressività, qualità fisiche e tecnica” e ci ha spiegato poi: “nel concorso che dirigo, rivolto a ragazzi tra i 15 e i 19 anni, cerchiamo da sempre il binomio cuore-spirito”.

Marco Chiodo e Kledi Kadiu mi rispondono all’unisono perché sono certi che: “personalità, carattere e presenza scenica sono le caratteristiche che rendono un danzatore eccellente” e credono anche che il danzatore debba farsi vedere nel suo essere “persona” prima di ballerino avendo portamento e comunicazione anche nella vita reale non solo in quella dei social: “siamo convinti che in scena sia fondamentale che emerga quello che un danzatore è nella vita quotidiana” e che ognuno debba portare sul palco “la sua cifra e la sua originalità”.

Per Tracy Inman, coreografo e co-direttore della Ailey School di New York, l’“espressività è la prima cosa, poi arriva la tecnica ma il tutto in una connessione vera, combinata alla perfezione. Seguendo questa idea, nella Alley School, cerco di convogliare e ospitare danzatori che fioriscono grazie ai nostri insegnamenti”.

La giuria si è espressa con giudizi di competenza e di equilibrio ma come sempre accade in ogni concorso c’è chi vince e c’è chi perde, c’è il piacere della vittoria e lo scotto della sconfitta. Certo tutto passa dall’accettazione perché si è consapevoli che al di là del palco ci sia qualità, serietà e professionalità e che la partecipazione al concorso sia, nel bene e nel male, una lezione di vita da parte di professionisti del settore e una possibilità di arricchimento per chi vorrà fare di questa arte la propria vita.

 

Expression International Dance Competition tornerà a Firenze il 26, 27 e 28 febbraio 2021.

Vi aspettiamo!

 

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